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Come valutiamo la credibilità dei siti web?
Per valutare la credibilità di un sito web dobbiamo porci almeno cinque domande: chi ha scritto i contenuti, qual è lo scopo che si prefigge, qual è la qualità di ciò che ha scritto, quando li ha scritti e in quale ambito internet. Si tratta delle cinque W (Who, What, Why, When and Where) che il giornalismo anglosassone derivò dai retori dell’antichità e in particolare da Marco Tullio Cicerone (De Inventione). Quel modello, a partire dagli anni ’40 del Novecento, venne inoltre ripreso dalla teoria delle comunicazioni di massa denominata “modello di Lasswell”.
(pensierocriico.eu)

 Se non si ha molto tempo si consiglia una prima analisi rispondendo a queste cinque domande:
Chi: É specificato il responsabile dei contenuti del sito (non il webmaster)?
Perchè: É specificato lo scopo che il sito si prefigge? (ad esempio: vendere, informare, educare, ecc.)
Cosa: I contenuti del sito indicano fonti e riferimenti bibliografici rintracciabili (autori, documenti, libri, website, ecc.)?
Quando: Se l’aggiornamento è importante per lo scopo del sito, l’ultima data di aggiornamento dichiarata è nell’anno in corso?
Come: Il sito è strutturato in modo da facilitare la navigazione: ha un motore di ricerca e una sitemap

credibilitacredibilitaLa credibilità è sempre una relazione tra emittente e ricevente/pubblico, per cui una credibilità universale ed un discredito universale sono i poli estremi di un continuum sul quale si collocano concretamente tante forme e modi diversi di credibilità. Spesso chi è credibile presso un interlocutore o un pubblico non lo è nello stesso modo e per le stesse ragioni presso un altro, come mostra, in modo estremo ed evidentissimo, il caso di molti leader carismatici. Per i loro seguaci rappresentano delle personalità eccezionali, dotate di qualità quasi sovrumane e di una credibilità illimitata; per gli altri possono apparire come degli esaltati, dei pazzi o dei criminali.

La credibilità è soggettiva
La credibilità che attribuiamo a una persona non è “oggettiva” ma “soggettiva”: dipende da come la nostra mente è fatta in termini di ricordi, emozioni, esperienze, capacità logiche, ecc.
L’ingegneria sociale (social engineering) consiste nel raccogliere informazioni sulla vittime (spesso per telefono) per poi arrivare all’attacco vero e proprio (di solito di natura informatica). L’ingegneria sociale impiega metodi quali: nascondere la propria identità, mentire, ingannare, rendersi credibili e sfrutta alcune tendenze generali dell’essere umano: il desiderio di rendersi utile, la tendenza alla credulità, la paura di mettersi nei guai (se non rispondono alle richieste).
Kevin.D. Mitnick, un famoso hacker statunitense, “L’arte dell’inganno, 2002 Feltrinelli”.
Mitnick ha dimostrato che l’anello debole della sicurezza dei sistemi informatici (anche i più sofisticati) non è di natura tecnologica ma è il fattore umano. Egli riusciva a procurarsi le informazioni più riservate semplicemente… chiedendole, cioè sfruttando la credulità delle persone. Egli aveva la capacità di rendersi credibile a interlocutori che non aveva mai visto nè sentito prima. Nel suo libro Mitnick, che ora fa il consulente di sicurezza alle aziende, descrive nel dettaglio in che modo vengono effettuati i tentativi di manipolazione e come imparare a difendersi.

fiducia

Pensiero razionale e pensiero intuitivo (euristico)

L’essere umano ha una razionalità limitata. Negli ultimi decenni, infatti, la psicologia cognitiva ha dimostrato che è impossibile adottare un pensiero esclusivamente razionale. La mente umana ha incorporato, durante l’evoluzione, una serie di comportamenti intuitivi che hanno consentito all’homo sapiens di sopravvivere in ambienti ostili prendendo decisioni euristiche. Oggi l’essere umano è immerso in un ambiente meno ostile dal punto di vista fisico, ma più ostile dal punto di vista psichico (sovraccarico informativo e manipolazione mediatica sono infatti ormai alla base della vita quotidiana).
Il pensiero intuitivo è prevalentemente inconscio e questa caratteristica costituisce la sua forza, infatti le sue decisioni sono rapide e, in certe condizioni, efficaci. Possiamo attribuire questa efficacia alle euristiche che lo psicologo Gerd Gigerenzer ha definito “veloci e frugali”, dato che consentono di prendere decisioni immediate senza sforzi cognitivi. Ad esempio, è stato sperimentalmente dimostrato dalla psicologa Gitte Landgaard che, quando si guarda per la prima volta un sito web, la mente umana ne dà un giudizio inconscio (positivo o negativo) in 50 millesimi di secondo. Soltanto dopo qualche secondo questo giudizio viene validato dalla coscienza del pensiero razionale che, come un notaio mentale, “mette a verbale” la decisione presa dal pensiero intuitivo.
Ma oltre alle euristiche sono inconsci anche i bias cognitivi, cioè le distorsioni del giudizio che compromettono la correttezza di molte decisioni umane. La natura inconscia di euristiche e bias rende difficile intervenire su di essi: il compito del pensiero critico è quello di decidere in quali situazioni/compiti si possono lasciare “agire” le euristiche, “mitigare” l’azione dei bias e impegnare razionalmente il cervello solo nelle circostanze che richiedono uno sforzo cognitivo.
(pensierocritico.eu)

Pensiero critico e democrazia

Secondo la filosofa statunitense Martha Nussbaum la democrazia non sopravvive quando le persone delegano le loro decisioni alle autorità oppure si lasciano influenzare dalla pressione del gruppo sociale al quale appartengono.
In altre parole: le nazioni che hanno a cuore la democrazia educano i cittadini al pensiero critico e ne salvaguardano la capacità di decidere autonomamente.
La maggior parte delle persone, quando affronta un tema specifico, si limita a studiarlo da una sola prospettiva (di solito quella che gli è più congeniale), ad esempio storica, sociologica, psicologica, ecc. La costruzione di una mente critica richiede un approccio interdisciplinare: un pensatore critico deve superare i limiti delle singole discipline che trattano dell’essere umano e del suo ambiente socioculturale, per integrare e amalgamare i concetti di diverse discipline scientifiche ed umanistiche.
(pensierocritico.eu)