scacchicomputerL’11 maggio 1997 è passato alla storia come il momento in cui le macchine hanno battuto l’uomo. Deep Blue il supercomputer ideato da IBM ha vinto il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov.  Un buon giocatore deve possedere memoria, strategia, intuito. Dunque se un computer può sconfiggere il campione del mondo questo significa che tale computer deve possedere le stesse abilità spinte al massimo livello. Seguendo questo ragionamento la vittoria di Deep Blue venne descritta dalle testate giornalistiche dell’epoca come l’inizio di una nuova era. Le macchine avrebbero presto preso il sopravvento e soppiantato gli esseri umani nella maggior parte delle attività.  Nel 1997 Deep Blue era il 249° computer più potente al mondo, con una capacità computazionale di 11.38 GFLOPS. Oggi la stessa potenza di calcolo è disponibile in un normalissimo computer desktop. Per sconfiggere giocatori di buon livello non serve più un supercomputer, basta un software scacchistico installato su un qualsiasi smartphone.
Dietro la vittoria non c’era nessun tipo di creatività, intuito, o strategia, ma una sistematica ricerca di possibili mosse basata sulla forza bruta. Da un lato c’era Kasparov che esaminava la disposizione dei pezzi richiamando alla mente partite passate, pianificando mosse mirate a sorprendere l’avversario e cercando combinazioni originali. Dall’altro Deep Blue che assegnava un valore numerico ad ogni pezzo (es. pedone=1, torre=5, regina=9) e generava 200 milioni di mosse al secondo alla ricerca di quella migliore. Questa sfida fu quindi principalmente una sfida tra due diversi modi di ragionare, quello umano fatto di intuito, memorie sfumate e strategie acquisite con una lunga esperienza, e quello del calcolatore fatto di algoritmi ripetuti in modo ciclico. Molto importante anche il fattore emotivo. Il primo dei sei incontri fu vinto con facilità da Kasparov. Il secondo incontro fu vinto da Deep Blue .
La storia si ripete. Il 15 Marzo 2016 AlphaGo, il supercomputer ideato da Google, ha battuto Lee Sedol il campione del mondo di Go. Questa volta siamo di fronte ad uno scenario diverso. Go è un gioco di strategia nato in Cina circa 2500 anni fa. La particolarità di questo gioco risiede nell’enorme spazio di ricerca, ovvero nel numero di possibili mosse. Un proverbio dice che nessuna partita di Go è mai stata giocata due volte.  La scacchiera può essere vista come una tabella in cui alcune caselle sono occupate ed altre libere. Questa tabella può essere utilizzata come dato di ingresso di una Rete Neurale Artificiale. La rete può essere addestrata a riconoscere se la particolare configurazione di pedine è favorevole o meno. Una seconda rete neurale è stata addestrata a riconoscere quale mossa tra quelle disponibili si rivelerà più vantaggiosa nel corto periodo. Queste reti neurali rappresentano l’intuito e la memoria che mancavano a Deep Blue. Utilizzando un database di partite giocate da maestri, consistente in 30 milioni di mosse, AlphaGo ha potuto attingere ad una fonte di informazioni enorme. Inoltre il computer ha potuto giocare contro copie di se stesso e migliorare le proprie abilità in modo esponenziale. Combinando l’intuito e la potenza computazionale messa a disposizione da Google, AlphaGo ha potuto ridimensionare lo spazio di ricerca e scegliere in modo ottimale la mossa con maggiore probabilità di successo.